Fasi della vita che si chiudono, porte sbattute in faccia, speranze vissute attraverso buchi di serratura, sbarrati poi con un asciugamano. Bagnato. Forzi la porta, si riapre lo spiraglio. Spii. Intravedi la luce. Si richiude con prepotenza. Spiragli si aprono e si chiudono sulla nostra vita. Quando si chiudono fanno male, sono schiaffi, colpi, deludenti fallimenti, boli difficili da deglutire e ancor di più da digerire. Ma quelli che si aprono... quelli che si aprono sono comunicazioni con l'infinito, con l'insieme del possibile, con ciò che è potenziale, che da qualche parte esiste, a prescindere dalla reale contingenza. E quando ciò accade, è bello lasciar andare libera la fantasia, spingerla ai confini di atmosfere utopiche, di selve eteree. L'utopia spesso serve. Tanto. Meta da continuare a perseguire. A Qwst qualcuno lo scrisse anche su una guida, francese, al termine di un viaggio privo di obiettivi e barriere. E allora continuò, continuò a lasciarsi abbagliare da uno sguardo, a perdersi su una pelle rosea, ambrata dopo il sole, a navigare, navigare, navigare... per giungere, almeno con la mente e con il suo essere più nascosto, a quello che può essere un naufragio. O un dolce, dolcissimo approdo...
a.t.