domenica 28 aprile 2013

PAROLE AL VENTO/16 - "Amidi"

Qwst stirava. Sullo sfondo quel documentario che guardava con superficialità. Sigaretta in bocca e il bicchiere di vino a portata di mano, si accaniva su quelle maledette camice, che non ne volevano sapere di rispettarlo.
"Furono pochi gli elefanti di Annibale che riuscirono a passare le montagne..."
 Pensava a quando guardava da bambino sua madre stirare, a quel ferro  che scivolava come se fosse oleato, a quella canzone fischiettata con amore, al solito richiamo "vieni ad abbottonarmi le camice", che lo infastidiva perché lo distoglieva dai suoi giochi ma che lo avrebbe infastidito altrettanto se non fosse arrivato.
"Questa sera parliamo di cucina con la birra..."
Pensava alle bruciature sulle mani nodose di quella donna che lo aveva messo al mondo, mani capaci di essere dure nelle percosse e dolci al contempo, non nelle carezze, rare da un certo punto in poi, ma nel fare i nodi di una busta ricca di provviste, nello stringere il tappo dei barattoli di sugo, nel massaggiare con olio un torcicollo... anche quando giunse la malattia, che quelle mani trasformò in fonte di dolore.
"Straordinaria la Valle dei Templi di Agrigento..."
Pensava ai pochi viaggi  di quella donna, per lo più in occasioni di visite mediche e funerali, e anche quando erano eventi lieti, sempre macchiati da quella strana ostinazione del dover per forza trovare il brutto di ogni cosa. Gli vennero in mente  episodi comunque da ricordare... la paura di un traghetto, una persona a cui si ricambiava il saluto facendo finta di conoscerla, una gita tramandata nei racconti...
"Sono sempre più i donatori di organi in Italia..."
Pensava alla fatica di una vita, alle occasioni mancate, a un marito particolare, alle liti con una scopa, a quella parola di troppo che feriva, e a quella mancante, che feriva allo stesso modo, alle lacrime in una proclamazione di laurea, alle notti in un lettone restio ad accoglierlo, ai consigli dati dall'alto di un'ignoranza "pratica", a una solitudine atavica, alle mille e una sofferenze di una vita che avrebbe meritato di essere riconosciuta come "migliore"...
Arbore lanciò all'improvviso un "benvenuti a quelli della notte", una sorta di amarcord come quello in cui i pensieri di Qwst erano caduti..
Le maledette camice continuavano a non volerne sapere. Forse aveva bisogno di un po' d'amido... o forse semplicemente di mettere in  pratica quello che aveva imparato. E continuò ad affrontare le pieghe di una notte ancora troppo lunga...

a.t.

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