sabato 11 dicembre 2010

L'audiolibro e "La vita autentica" di Vito Mancuso


di Bruno Greco


«Le doti interpretative di un attore/lettore devono sempre essere al servizio del testo e mai viceversa».
Queste le parole di Claudio Carini, attore di prosa, regista, produttore di audiolibri e intenso divulgatore di questa nuova linea editoriale. In questo contesto, l'azione attoriale non va mai utilizzata per delineare la bravura dell'attore/interprete, ma deve assolutamente rappresentare la voce del "lettore in genere", affinché questa sia sempre al servizio del testo senza mai alterarlo.
L'audiolibro è un testo vero e proprio non una performance teatrale. Si tiene a precisare quanto detto in virtù del fatto che una cosa è andare a teatro per assistere alla lettura della Divina Commedia, altra cosa è "ascoltare" un audiolibro, dove protagonista assoluto è il libro in sé, coi suoi contenuti e il suo singolare messaggio.

Il piacere della lettura nei momenti in cui non si può leggere, la fruibilità di un testo in modo innovativo, la teoria goldoniana del teatro applicata all'editoria ... così e in tanti altri modi si può definire un audiolibro.
Alla manifestazione nazionale "Più libri più liberi" della piccola e media editoria, tenutasi al "Palazzo dei Congressi" di Roma dal 4 all'8 dicembre, è stato presentato il libro del filosofo e teologo Vito Mancuso, La vita autentica, pubblicato nel 2009 da "Raffaello Cortina Editore" e nel 2010 da Emons, nel formato mp3 con lettura dello stesso autore.
A presentare il libro di Mancuso alla manifestazione romana della piccola e media editoria c'è stato Lucio Dalla.
«Autenticità... di nome e di fatto - ha esordito "Il Paroliere" nella sua presentazione de La vita autentica -. Un libro con citazioni colte, di chiara connotazione filosofico-matafisica, ma allo stesso tempo un libro caratterizzato da genuinità semplice che può anche essere compreso da un contadino. E questo e ciò che di più ammiro in uno scrittore: l'indirizzare il proprio messaggio ad un pubblico non necessariamente colto».
Il messaggio rivolto a tutti riguarda l'intento dell'autore non di formare ma quanto meno di in-formare che esistono i presupposti perché l'essere umano possa avvicinarsi al proprio percorso di vita autentica.
La ricetta sta racchiusa, come ha sostenuto Lucio Dalla, «nella voglia di farsi sentire per ciò che si vuole dire, negando qualsiasi falsificazione di se stessi».
Bisogna mirare all'autenticità e crederci. Nel suo intervento Vito Mancuso ha detto che «è necessario appropriarsi della parola conversione - nell'accezione che non riguarda un credo preconfezionato - e utilizzarla come riconversione». Riconvertirsi significa riabbracciare quella "credenza" primigenia propria dell'infanzia e della prima adolescenza, per vivere la fase adulta al servizio della dimensione autentica dell'essere umano.
«Credenza - continua Mancuso - nel senso di "tirar fuori da sé", mettere in discussione alcuni dogmi per essere se stessi. Autenticità come sola regola, tenendo presente la sua derivazione greca da Autos che significa appunto "se stesso"».
Un'opera quasi filosofica che punta alla ricerca della verità di ognuno la quale scaturisce dal proprio "Io"; un saggio che vuol far risaltare la coerenza dell'essere umano, il quale, lungi da qualsiasi processo di falsificazione, ri-scopre l'essenza di una libertà che non ha bisogno di fingersi tale.

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