di ANDREA TRAPASSO
“La libertà consiste nella libertà di dire che due più due fanno quattro. Se è concessa questa libertà, ne seguono tutte le altre”.
Questa è la frase che Winston Smith, nel nascosto della sua camera, appunta sul suo diario nei momenti iniziali di 1984, capolavoro assoluto di George Orwell. Scrive questo, che apparentemente può apparire come un concetto scontato e irriducibile, col tentativo di affermare, consapevole di quello che stava accadendo nel mondo dominato dal Grande Fratello, un briciolo di quell’umanità che progressivamente veniva annientata. Cercava di lasciare nella scrittura una testimonianza di una libertà che potesse essere ottenuta nella solitudine e con lo stretto rapporto col proprio io.
Chissà, se il povero Winston avesse avuto la possibilità di vedere se stesso alla fine del romanzo, quando su un tavolo impolverato scrive quasi incosciamente “2+2=5”, probabilmente la frase sopra riportata sarebbe stata così trasformata: “La libertà consiste nella libertà di pensare che due più due fanno quattro”.