lunedì 15 ottobre 2012

FALSI ESAMI ALL'UNICAL - Tutte le accuse a Gambarara e Pino Nano




di PABLO PETRASSO

RENDE -  Il giorno in cui si laureò con una tesi sul settimanale Rai, all'Unical erano tutti felici. Il caporedattore della Rai regionale, Pino Nano, non era uno studente qualunque. Nelle stanze dell'aula magna si sorrideva e ci si passava di mano in mano quel lavoro finale, forse un po' troppo legato alla carriera del laureando. Uno dei più soddisfatti era il presidente del consiglio di corso di Laurea in “Scienze della Comunicazione”, Daniele Gambarara. Per lui il giornalista era più di un allievo: un amico.
I destini del prof e dell'ex caporedattore (ora responsabile dell'agenzia nazionale Tgr) si incrociano ancora. Non in un'aula universitaria ma nei faldoni dell'inchiesta “110 e lode”. Sono entrambi indagati, nello stralcio disposto dalla Procura di Cosenza. La sostanza dell'accusa è uguale a quelle rivolte a una settantina di studenti del campus nelle scorse settimane. C'è, però, un sostanziale elemento di novità: Gambarara è il primo docente iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di falso materiale e ideologico in concorso.

mercoledì 10 ottobre 2012

PAROLE AL VENTO/9 - "Ricaricare o non ricaricare?"



Uno "strano" problema grava sui già martoriati "pochi" degenti dell'ospedale di Serra San Bruno. Come testimonia la foto i ricoverati non possono ricaricare le batterie dei propri cellulari per non incappare in dei "gravi inconvenienti con le apparecchiature elettromedicali".
Partendo dall'assunto che eventualmente sono i cellulari in sé a causare disturbi alle apparecchiature elettromedicali e non l'operazione di ricarica, impazza comunque il "totosoluzione" e si stanno già vagliando diverse ipotesi:
 

1- Emanare un bando pubblico per l'appalto di gruppi elettrogeni a poco prezzo e di una ditta che,  con qualche ingegnoso sistema di fili volanti, stile fiera di paese, porti delle prese nelle camerate, passandole dalle finestre.
2 - Assoldare un giovane volenteroso che quotidianamente faccia la spola, cellulari in mano, tra l'ospedale e le case dei pazienti immobilizzati per le ricariche nei rispettivi domicili. Il lavoro prevede un periodo di prova in nero per poi giungere a un contratto a progetto basato su provvigioni (per numero di cellulari consegnati e ricaricati). Il lavoratore deve essere automunito, opererà in completa autonomia di mezzi (benzina a suo carico) ed è da intendersi che le sortite nel circondario (del tipo Nardodipace o Pizzoni) non verranno considerate trasferte. I malati ancora autosufficienti (chi ha una broncopolmonite, per capirci), invece, godranno di un'ora di sospensione dalla loro patologia e potranno così recarsi a casa da soli.
3 - Ripristinare nelle corsie i telefoni a gettoni e vietare l'introduzione di qualunque apparecchio cellulare (o altre diavolerie simili). Previsti tornelli e perquisizioni all'ingresso.
4 - Trovare un elettricista bravo che sia in grado di risalire all'origine di queste misteriose ed improbabili interferenze elettriche e che provveda eventualmente alla messa a norma dell'impianto.

Un primo passo intanto è stato fatto. E' già in arrivo Capitan Ventosa...


a. t.

domenica 7 ottobre 2012

CIAO AUGUSTO...






Ormai 20 anni fa, il 7 novembre 1992, un cancro ai polmoni si portava via un grande della musica italiana. Voce acuta e avvolgente, Augusto Daolio con i suoi Nomadi ci ha saputo regalare dei momenti indimenticabili, delle esibizioni memorabili, dei messaggi di pace, rispetto e amore in primis verso gli "ultimi", ma verso il mondo  in generale, evidenziando una fiducia incontrastata verso l'umanità che troppo spesso, oggi, per forza di cose viene a mancare.
Walimai vuole ricordarlo con uno stralcio della sua autobiografia, scritta qualche mese prima della sua scomparsa:

“Sono nato il 18 Febbraio 1947 a Novellara di Reggio Emilia, nel cuore della notte mentre freddo e brina duellavano con rami secchi di pioppi e tigli. Sono nato al caldo e mi hanno chiamato Augusto come un nonno che non ho mai conosciuto. Il  cognome Daolio mi è stato dato da un uomo semplice e a suo modo dolce e complice. Dall’età di 16 anni canto in un gruppo che si chiama “Nomadi”, scrivo canzoni e giro il mondo. C’è un altro mondo dentro di me che racconto con il disegno e la pittura, lo faccio da parecchi anni e alberi, rocce, cieli, lune, ombre e altro popolano questi miei racconti. Ho esposto in giro per l’Italia, ho illustrato dischi, libri, cartoline, manifesti. Non disegno per riempire un vuoto ma per vuotare un pieno che è dentro di me e preme. Una specie di confessione, prima ad uno spazio bianco, poi ad occhi che guarderanno.  Ho lo studio a Novellara in via De Amicis, il numero credo sia il 44, non ho il telefono ma  montagne di libri e di oggetti. Le notti invernali nella bassa hanno ancora il profumo delle mele sull’armadio”.
 Augusto Daolio 1991

Ciao Augusto... come scrissero i tuoi stessi compagni "l'averti saputo amico ci farà scontare pene meno amare...".