di Bruno Greco
Cosenza - Franco Battiato ha salutato gli studenti dell’Università della Calabria il 3 maggio scorso. Durante il suo soggiorno cosentino - utile per le prove in loco in vista del suo prossimo spettacolo dedicato a Bernardino Telesio - il prof. Nuccio Ordine ha pensato bene di sfruttare l’occasione per invitare il celebre cantautore italiano ad una intervista pubblica nell’aula magna dell’Unical.
L’opera, commissionata dall’amministrazione comunale e dal teatro "rendano" di Cosenza, vedrà la sua prima il 6 maggio prossimo (domani). Come già riportato dalla stampa nei giorni scorsi, «Quella su Telesio sarà la prima opera con attori in ologrammi, una particolarità che se da un lato ne accentua il carattere virtuale, dall’altra ne rappresenta sicuramente il valore aggiunto».
Gli studenti dell’Unical, hanno gremito l’aula magna per l’occasione, uniti per ascoltare colui che, alla stregua dei filosofi, è stato sempre alla «ricerca della verità» così come del «centro di gravità permanente». Centro di gravità che somiglia tanto all’"Isola che non c’è", considerato che l’esordio di Battiato è stato «Sono uno stanziale costretto al nomadismo, un non esibizionista e amante della sintesi», predisposto magari a restare a casa, completamente in antitesi col mondo che lo ha reso un personaggio pubblico.
«Essendo la tua casa - chiede Nuccio Ordine - un luogo pieno di libri, potresti indicarne uno quale tuo preferito?». Battiato, combattuto inizialmente a trovare un titolo, sottolinea la sua predilezione per i mistici indiani e ad un certo punto risponde «"L’essenza della vita", di Willigis Jäger. L’autore, che è stato monaco e sacerdote, è divenuto negli anni 70 allievo del giapponese maestro zen Yamada Ko-un Roshi e nel 1996 è stato nominato lui stesso maestro zen. A causa di ciò, "L’essenza della vita" non è stato subito pubblicato, anche perché, la Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dall’allora cardinale J. Ratzinger, ha vietato al benedettino di svolgere ogni attività pubblica, quale discorsi, corsi o pubblicazioni. Da ciò ho compreso la differenza tra "teologia" ed "esperienza". Ratzinger, che è un teologo, ha vietato questa pubblicazione che per fortuna, ha trovato più tardi una casa editrice».
Nel momento in cui s’è cercato di capire se l’incontro più illuminante, Battiato lo avesse avuto con i libri o con qualche persona in particolare, lo stesso ha risposto che «Coi libri senza dubbio. Per quanto riguarda le persone - ha sostenuto il cantautore - le esperienze illuminanti si possono trovare anche nella battuta di un portinaio. L’intelligenza non sta necessariamente nelle persone di cultura».
Toccando il periodo della sua vita universitaria a Catania, Franco Battiato descrive la stessa quale «esperienza effimera». E sempre restando in tema di università, Battiato muove una critica all’attuale società basata solamente sul profitto. Infatti, perseguire un titolo di studio oggi, significa possedere un pezzo di carta per avere l’opportunità di fare soldi, motivo per cui la cultura viene messa da parte.
Nel prosieguo dell’intervista, Battiato lancia un forte messaggio agli studenti, dicendo loro che bisogna liberarsi da condizioni sfavorevoli all’animo umano e per questo motivo limitanti. Nell’estrapolare il concetto, Battiato prende come punto di riferimento la popolazione lappone: «il sesso, è una grande stronzata, una condizione che varia da cultura a cultura. I lapponi ad esempio, per omaggiare uno straniero gli offrono in dono la propria moglie». Nel dire ciò, Battiato insiste nel definire la cultura una condizione che determina l’essere umano e lo fa sentire libero. «Da parte dei ministri, arrivano sempre gli stessi messaggi: "con la cultura non si mangia" o "cosa può interessare alla gente di quattro pietre di Pompei"».
Dopo avere bocciato ciò che può essere un limite per l’essere umano tessendo l’elogio della cultura, Battiato ha parlato di temi sui quali non si può discutere o assumere un punto di vista: «Come per i lapponi, anche per noi e per gli esseri umani in generale, esistono dei temi indiscutibili come ad esempio l’acqua e il nucleare. L’acqua non può essere privatizzata così come il nucleare non può esistere», parole espresse a sostegno del prossimo referendum, boicottato a livello sia politico che mediatico.
Un messaggio questo che sottolinea quanto importante sia il diritto alla vita, anche quando a questo diritto si vuole denunciare, proprio come ha fatto nel recente passato, il grande regista Mario Monicelli.
E Bernardino Telesio? Tutto rimandato all’appuntamento di domani sera al teatro Rendano.
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