lunedì 6 agosto 2012

LUNEDÌ FILM




di BRUNO GRECO

Chi non ricorda la straordinaria cornice della prima serata di RaiUno denominata "Lunedì Film"? Ad ogni modo, che la si conosca o meno, è fuor di dubbio che tutti e dico TUTTI, l’abbiano vista o sentita almeno una volta. Sia quelli che appena vi si imbattevano ne approfittavano per cambiare canale e sia quelli che per 7 lunghi giorni l’attendevano come gli imbellettati aspettano la funzione domenicale.
Io la ricordo benissimo, e da bambino non nascondo che i vocalizzi di Lucio Dalla e la musica degli Stadio, - che accompagnavano il volo del gabbiano-pellicola sui vari stemmi delle case produttrici di cinema, - la prima volta che li ascoltai li trovai piuttosto irritanti.
Quel dubuddabbadubidubà avrebbe sicuramente soddisfatto un intenditore, non certo il mio gusto musicale…
Comunque, ricordo benissimo la prima volta che l’ascoltai, una sera, rannicchiato all’interno del contesto familiare strettamente legato all’attività di un solo tubo catodico.

Si sa, quando a casa c’è una sola Tv si fa un po’ per uno, e finisce che qualcuno inevitabilmente debba sacrificarsi. La mattina presto ad esempio non si lamentava nessuno, perché i bambini guardavano quella mezzoretta di cartoni animati e poi dritti a scuola; il papà era già uscito per andare a lavoro e la mamma (parlo della mia che è sarta e casalinga) diventava padrona assoluta del telecomando il quale veniva sottoposto alle ore più dure della giornata, succube di uno sfrenato e indisturbato zapping.
All’ora di pranzo, invece, al papà toccava vedere il telegiornale a scapito dei bambini che già la mattina avevano gustato un po’ dei loro programmi preferiti e della mamma, che abituata a setacciare tutti i programmi mattinieri, durante il telegiornale sembrava soffrisse di crisi d’astinenza da sostanze stupefacenti.
Finito il telegiornale, il papà usciva nuovamente e la guerra ai programmi durava poco, anche perché io ad esempio, subito dopo mangiato andavo incontro agli amici per giocare a calcio. Allora ricominciava l’attività demiurgica della mamma che col telecomando riusciva a creare sofisticatissimi montaggi video all’altezza della scuola russa.
La sera…! è qui che la giornata diventava complicata… papà aveva il sacrosanto diritto di guardare il telegiornale a scapito però del film in prima serata. Subito dopo, la mamma si prodigava a cercare qualcosa che potesse piacere a lei quanto ai bambini… il più delle volte a casa mia si finiva col guardare l’inizio di un film, l’intermezzo di un altro, e magari il finale di una partita se arrivava lo zio in atteggiamento blasfemo perché a casa della nonna quella "cazzo di antenna" andava cambiata.
Essere l’unica Tv di una famiglia è una roba per la stessa da continue vertenze sindacali contro i proprietari e pensione anticipata… a meno che non si tratti di un’indistruttibile e stacanovista Sinudyne, indiscutibile orgoglio della categoria.
Quella sopra descritta era più o meno la giornata tipo per la scalata al proprio programma preferito, e valeva sempre tranne che per un giorno: il lunedì. Il lunedì sera precisamente. In quel caso sia che si disputasse la finale mondiale di calcio, sia che la Walt Disney trasmettesse un cartone mai visto in Tv o che per l’occasione la mamma avrebbe avuto l’opportunità di vedere uno specialissimo della sua telenovela preferita… non c’erano santi! Nel silenzio assordante il papà diventava padrone assoluto della scatola nera che così stretta teneva in mano, della becchetta magica che quella sera avrebbe perso i suoi poteri una volta premuto il tasto 1. Le orecchie di ognuno, mentre la mamma e i bambini soffrivano in silenzio, si riempivano delle note della colonna sonora del "Lunedì Film", e soprattutto per la mamma, il suono del sassofono si dissolveva nella mente a mo’ di campana, scandendo il giorno di lutto per la morte della Tv, felice questa invece di gioire alla rara sensazione di non essere sballottata da un canale all’altro.
Nonostante il difficile approccio, anch’io mi adeguai presto a quella strana colonna sonora del lunedì.
Un sera, come dicevo sopra, rannicchiato nel caldo contesto familiare, piuttosto che dileguarmi guardai il film con mio padre. Fu allora che scoprii Sergio Leone, catturato per la prima dall’infallibile ed efficacissima trappola de "Il Buono, il Brutto e il Cattivo".
Mi innamorai così del cinema del lunedì in prima serata e di conseguenza di quella stranissima colonna sonora fatta di non-sense, che tante volte, sentendola in tempo magari dalla casa di un vicino mentre giocavo con gli amici, come uno stimolo condizionato mi costringeva ad abbandonare tutto il resto e correndo forte arrivavo a casa per scoprire cosa mi avesse portato quella sera lo strano ed affascinante gabbiano-pellicola.

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