Quando la casa di produzione annunciò il remake di quel film, nel mondo dei cinefili e non solo si scatenò un crescente entusiasmo. L'attesa fu spasmodica. Anche perché il remake può essere più o meno fedele all'originale: si può ad esempio cambiare l'ambientazione, qualche personaggio o attualizzare la trama.
Tutto ciò, ovviamente, a seconda delle esigenze che possono essere
diverse da quelle del film originale. E solitamente maggiore è la distanza
temporale tra le due pellicole, maggiori sono le differenze. Visto il lungo tempo che era passato da quel colossal che era partito per emozionare il mondo e si era concluso con un sostanziale fiasco, ci si aspettava una vera ventata di novità. Venne il giorno della prima. Uguale ambientazione, stessi personaggi, stessa trama. Uguali i dialoghi, pressoché identico il finale. Delle due l'una: o quei temi, quei messaggi non potevano essere in nessun modo narrati, oppure si trattava di un mero tentativo di cavalcare l'onda della curiosità generale, senza nulla di nuovo creare e infischiandose dell'insuccesso. Ad ogni modo, un altro regista di serie B...
a. t.
sabato 29 settembre 2012
mercoledì 26 settembre 2012
PAROLE AL VENTO/7 - "Supposizione"
Dal dizionario della lingua italiana: "Supposizione: congettura, ipotesi fondata su deduzioni personali". E ancora: " Supposizione: opinione, valutazione, ragionamento, avanzati sotto forma di ipotesi o di congettura". E infine: "Supposizione: figurarsi che sia una cosa, la quale veramente non è, o tale non è dimostrata".
Ora... proviamo ad associare questo termine e tali definizioni a un rapporto in cui, alla base, dovrebbe esserci un forte sentimento d'amore o di qualsivoglia altro tipo. Cosa vorrebbe dire? "Suppongo di amarti ma non ne sono sicura/o"?. Oppure: "Ti amo, ma suppongo che non si può essere felici"?. O ancora: "Supponiamo che nasca qualcosa"? Bah... Se si suppone anche l'unica cosa che c'è di certo (che non è l'amore in sé ma in generale le sensazioni che ogni uomo prova dentro di sé) allora nessuna certezza si potrà avere in questo lento scorrere senza uno scopo che chiamiamo vita.
a. t.
Ora... proviamo ad associare questo termine e tali definizioni a un rapporto in cui, alla base, dovrebbe esserci un forte sentimento d'amore o di qualsivoglia altro tipo. Cosa vorrebbe dire? "Suppongo di amarti ma non ne sono sicura/o"?. Oppure: "Ti amo, ma suppongo che non si può essere felici"?. O ancora: "Supponiamo che nasca qualcosa"? Bah... Se si suppone anche l'unica cosa che c'è di certo (che non è l'amore in sé ma in generale le sensazioni che ogni uomo prova dentro di sé) allora nessuna certezza si potrà avere in questo lento scorrere senza uno scopo che chiamiamo vita.
a. t.
lunedì 24 settembre 2012
PAROLE AL VENTO/6 - "Totem"
Quel simulacro era là da tempo. Figura ancestrale di una storia, probabilmente finita male. Ma perciò poteva rappresentare una prova compromettibile, pur non essendolo. Stava là e nessuno lo notava quel peluche. Nemmeno quando davanti ai suoi occhi si consumava quell'ora catartica dell'amplesso, quel momento in cui due anime si intrecciano in un qualcosa che si avvicina al divino. Stava là e nessuno lo notò. Totem di una storia, probabilmente finita male, e di un'altra evidentemente mai iniziata e della quale esso stesso poté, in quel momento, suo malgrado, esserne testimone.
a.t.
a.t.
domenica 9 settembre 2012
PAROLE AL VENTO/5 - "Ragioniere"
Conta solo su te stesso, conta solo su te stesso, conta solo su te stesso. Rispettò questo comandamento e iniziò a contare. Contò una vita di sacrifci, contò le umiliazioni e i dolori, contò la precarietà e l'impotenza, la solitudine e le perdite. Poi guardò meglio e riprese. Contò l'orgoglio, il senso del dovere, il saper cavarsela. Contò anche le stagioni dei sorrisi, troppo spesso adombrate da un presente difficile. E ci vide le gioie, le emozioni, quelle piccole felicità cristallizzate, gli sguardi, gli spiragli d'amore. Registrò tutto sul libro mastro e lo chiuse soddisfatto. Nessun controllo avrebbe rilevato irregolarità, non c'è evasione nei computi con se stessi. Poteva dormire sonni tranquilli e così andò a stendersi. L'indomani, a mente fresca, avrebbe ripreso il suo inventario...
a. t.
a. t.
domenica 2 settembre 2012
ABATE STRACCIA TUTTI - Il Campiello è suo con "La Collina del vento"
di MITA BORGOGNO
CON quaranta punti di distacco, questa volta, Carmine Abate non fallisce il colpo e il suo La collina del vento si porta a casa l’ambito Campiello. La prima volta, nel 2004 con La festa del ritorno, lo aveva solo sfiorato entrando tra i cinque finalisti del premio letterario promosso da Confindustria Veneto. Questa volta la Vera da Pozzo è sua.
PAROLE AL VENTO/4 - "Non detti"
La vide girata verso il mare, con gli occhi puntati al tramonto. Il colore rossastro di quella luce ne definiva meglio i lineamenti, evidenziandone ogni minimo particolare. Anche le imperfezioni. Il suo sguardo aveva un non si sa che di profondo mentre guardava il sole inghiottito dall'orizzonte e un sorriso pareva voler disegnare sul suo volto una speranza che diceva: "Tanto verrà un altro giorno e poi un altro e poi un altro ancora a violentare la notte fredda e buia". A lui non le era parsa mai così bella. L'abbracciò e le volle dire con quel semplice gesto: "Sono qui e non ho paura del buio". Lei si girò a guardarlo. Aveva ancora il sole negli occhi... "Andiamo" gli disse... e mossero insieme il primo passo...
a.t.
a.t.
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