di
BRUNO GRECO
«Certo
bisogna farne di strada/da una ginnastica d’obbedienza/fino ad un gesto molto
più umano/che ti dia il senso della violenza/però bisogna farne altrettanta per
diventare così coglioni/da non riuscire più a capire/che non ci sono poteri
buoni». Fabrizio De Andrè, fra i più grandi rappresentanti contemporanei della
cultura italiana, aborriva con la canzone Nella
mia ora di libertà qualsiasi forma di potere, lanciando un messaggio di
uguaglianza ed elogiando in un certo senso la figura dell’antieroe.
Oggi,
Giovanni Latorre, un altro nostro esponente della cultura, cresciuto con le
note di Storia di un impiegato -
quand’era già bell’è laureato e intravedeva la sua "brillante"
carriera - rifiuta gli ideali che si gridavano in sua di lui giovinezza
sgomitando fra gli scranni del potere per ricavarsi un altro comodo e caldo
"posticino" nella politica.
Il
maestro della Statistica ci insegna che: «Se tu mangi due polli e io zero, per
la Statistica abbiamo mangiato un pollo a testa». Quindi, senza preoccuparsi
della sua vergognosa carriera in qualità di rettore dell’Unical, l’invincibile
Latorre, abbracciando gli assiomi dei suoi studi passati, ci insegna dunque
che: «Se tu hai fatto male il tuo lavoro, tanto da non poter essere considerato
un esempio per gli altri, non devi preoccuparti, perché il marcio prodotto si
distribuirà a guisa della "Legge dei 2 polli"».
Così,
come se in questi anni nulla fosse successo, dall’Università Latorre tenta il
passaggio alla Politica, sperando di essere accolto nel listino bloccato di
Bersani. Ci vuole proprio faccia tosta!
Dopo
il no della politica nel 2005 Latorre si ricompone nella poltrona di rettore
dell’Unical facendo carte false per mantenere il più a lungo possibile il posto
di prestigio. Raggiunge il record nazionale di rettorato (ben 14 anni!)
modificando addirittura lo Statuto, edotto sicuramente dal modo di fare
politica di Berlusconi, che in quanto a "leggi ad personam" è stato
il più illuminato di tutti i tempi.
Quindi,
il furbo Latorre, saltato l’ostacolo primarie, e conclusa (finalmente!) la
lunga carriera di rettore, spera che il nuovo reinserimento in politica arrivi
dalla finestra piuttosto che dalla porta. Il Magnifico, l’Illuminato, dimentica
forse che anche il Pd ultimamente ha messo mani al proprio Statuto, sì! ma non
come ha fatto lui, affinché per le primarie del centrosinistra ci fossero 2
candidati dello stesso partito: il vecchio Bersani e il giovane Renzi.
Ma per il machiavellico lupo della statistica questo non è importante,
basta raggiungere il proprio obiettivo con ogni mezzo. E se nel 2005 la società
civile lo riconobbe come proprio rappresentante incapace di trovare posto in un
qualsiasi partito, oggi la stessa gli dice a gran voce «RITIRATI!!!».
Nessun commento:
Posta un commento